Dal 6 al 17 novembre, presso il Teatro dell’Arte della Triennale di Milano, il collettivo di ricerca presenta un insolito temporary concept store, Animal Spirits.
Elisa Di Liberato, Lorenzo Facchinelli e Mara Ferrieri compongono Mali Weil, identità collettiva basata tra Trento, Milano e Berlino, la cui multiforme ricerca esplora la contemporaneità a 360 gradi muovendosi tra più discipline. Nell’ambito dell’iniziativa Housemates promossa dal CRT Milano, Mali Weil presenta un progetto in co-produzione con Centrale Fies, in bilico tra arte relazionale e marketing, design e performance, ritualità e immaginario pop. Dal 6 al 17 novembre, infatti, presso il Teatro dell’Arte della Triennale di Milano, il collettivo allestirà uno speciale concept store, Animal Spirits, dove confluiranno oggetti di design e performance che vogliono scandagliare il concetto di archetipo e spirito ancestrale, dando vita ad una sorta di “negozio artistico”. Ecco quello che ci hanno raccontato del progetto i diretti interessati.
Il concept store Animal Spirits che abiterà gli spazi del Teatro dell’Arte è un vero e proprio ibrido. Come nasce l’idea di far confluire in un lavoro coerente e coinvolgente un insieme così eterogeneo di ispirazioni, pratiche e linguaggi?
I diversi elementi sono riconducibili a due linee di ricerca che cerchiamo di strutturare con rigore. Una linea tematica, intorno al concetto di animal spirit, ossia quell’impulso istintivo e primordiale verso l’azione, presente in ognuno di noi. Su questo stiamo costruendo un vasto immaginario, disegnandovi attorno una sorta di ritualità pop. Si tratta di esplicitare un patrimonio collettivo pre-esistente, fatto di simboli e frammenti di miti rimossi, e di mescolarlo con il vissuto personale, in modo che si fonda naturalmente con gli elementi più incisivi del contemporaneo. Il che porta alla seconda linea di ricerca: creare una forma di produzione culturale profondamente interconnessa con la comunicazione, il marketing, il design e la moda e basata sulla relazione. Una pratica artistica che porti a una maggiore diffusione e accessibilità dei prodotti culturali ma anche a una sostenibilità della produzione. Per questo abbiamo deciso di concretizzare l’immaginario creando un vero e proprio brand, Animal Spirits, che conferisce unità e coerenza al progetto.
Chi sono e come avete scelto i designer a cui avete chiesto di interpretare il concept animal spirit?
Sono giovani creativi che hanno un approccio di pensiero e lavoro contaminabile con il nostro. Liviana Osti è una designer, appassionata di vela, che sa progettare a partire da un immaginario spesso molto complesso, bilanciando naturalmente funzione, fascino formale e leggerezza. Alle spalle ha già importanti collaborazioni con alcuni marchi del Made in Italy. Luca Bertoldi è architetto e ingegnere, ha un approccio trasversale e creativo ma anche molto rigoroso sui temi del contemporaneo legati al rapporto tra spazio architettonico e problematiche urbane e sociali, in particolare sulla relazione tra spazio pubblico e personale. Elettra è una sound designer versatile, che si muove senza difficoltà tra il live e la composizione per spettacoli, video o app per iPad. Alcune linee di prodotti sono poi firmate da Mali Weil. Ma il progetto è in evoluzione: altre collaborazioni stanno nascendo e i loro frutti si vedranno presto. Anche per Triennale | CRT Milano stiamo preparando qualcosa di nuovo, una “performance nella performance” per sabato 16 novembre, che nascerà insieme alla piattaforma Perypezye Urbane e grazie alla collaborazione con Centrale Fies. Ma non sveliamo ancora troppo…
Avete chiamato in causa i concetti di rivoluzione e di azione politica. In che modo si innestano in questo progetto?
Questa spinta istintiva all’azione può trasformarsi in un formidabile propulsore: l’animal di cui parliamo è più politico che naturale. È un cuore oscuro che ognuno di noi possiede e che ci rende capaci di “azioni che rovesciano”, non appena smettiamo di credere che compierle spetti a qualcun altro… La creazione di immaginari collettivi alternativi, virali, capaci di offrire una fuga dalle logiche di pensiero dominanti, può realmente avere un impatto rivoluzionario.
In che modo il visitatore/cliente interagisce con l’opera?
I visitatori sono accolti in uno spazio evocativo, dove entrano in relazione diretta con creativi e performer. In quest’esperienza vagamente ossessiva, il prodotto in vendita è principalmente il medium per aprire l’immaginario. La progressiva scoperta del mindstyle animal spirit coincide infatti con un rovesciamento della propria percezione di sé, sollecitato da suggestioni proposte dai performer/venditori, fino a comporre un identikit del proprio spirito animale.
Il motto del progetto è, appunto, Stay Animal! In quale animale si identifica Mali Weil?
Un animale mitologico, forse un’idra a tre teste.
Vorrei girarvi la stessa domanda che ponete sulla vostra pagina Facebook: c’è un’azione che vi calza come la pelle del serpente?
Un’azione che implichi uno slancio in avanti, incontro a cose, persone, ostacoli, come balzare. Oppure un’azione da mandria impazzita: travolgere. Siamo un po’ stanchi della resistenza passiva…
In tema di ritualità, invece, avete un rito quotidiano e uno scaramantico che vi contraddistinguono?
Un rito quotidiano: isolare dal flusso un’immagine che ci colpisce e tenercela stretta come un talismano. Se sopravvive nel corso di parecchi giorni, significa che abbiamo trovato un indizio per decifrare la realtà. Di riti scaramantici ne abbiamo uno diverso per ogni componente del trio, ma riguardano sempre l’appropriazione dello spazio. C’è chi deve disfare la valigia appena entra in una nuova location, chi la tiene sempre pronta e con dentro un coltellino svizzero e chi dimentica tutte le sue cose disseminandole negli spazi altrui, in una irrefrenabile e catastrofica colonizzazione.
Dove si sposterà prossimamente il concept store Animal Spirits? Altri progetti in cantiere?
Animal Spirits è multiforme, sempre in evoluzione, e il concept offre spazio per diversi spin off. Assieme a Centrale Fies, che sostiene il progetto dall’inizio, stiamo ipotizzando nuove aperture, dove ai prodotti possano affiancarsi anche servizi: immaginifici, talvolta assurdi, ma esportabili nella vita di tutti i giorni con un esito concreto, tangibile. Così l’immaginario animal spirit diventa sempre più trasversale e potrà interfacciarsi con svariati contesti, dalle fiere di design alle mostre d’arte, e a breve anche in forma di inedito concept store online, a metà strada tra un e-shop e un progetto artistico.
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